Tra i designer di moda più talentuosi d’America bisogna annoverare Rick Owens, ancora poco conosciuto in Italia, ma in forte ascesa. Richard Saturnino Owens nasce il 18 novembre 1962 a Porterville, in California. Dopo il liceo si trasferisce a Los Angeles per studiare fashion design, ma abbandona il college per frequentare una scuola tecnica, in cui si insegna a cucire ed a realizzare pattern.
Lancia il suo brand nel 1994, che viene da subito definito gungle e grunge. Il successo è immediato, tanto che lo stilista ha la possibilità di trasferirsi a Parigi e di far sfilare le sue creazioni su alcune delle passerelle più importanti del mondo. Ma che cosa distingue Owens dagli altri designer attualmente in circolazione? Scopriamolo insieme.
Il paladino del brutal chic
Rick Owens viene definito come “il paladino del brutal chic”. Nel 2013, infatti, presenta una collezione intitolata Preistorica, che mette al bando i colori. Si presenta completamente in bianco e nero, senza sfumature intermedie, in grado di smorzare il forte contrasto cromatico riproposto. La linea, che ottiene un grande successo, si ispira alle origini dell’umanità, ad un potere spirituale più alto che non ammette vie di mezzo.
Le sue prime collezioni, che vengono realizzate a casa e consegnate personalmente alle boutique, conquistano immediatamente Courtney Love. Tuttavia, ad accrescere la popolarità del designer è una foto di Kate Moss con indosso una sua giacca, che arriva subito all’attenzione del direttore di Vogue America, Anna Wintour, che lo promuove alle sfilate della New York Fashion Week.
Il debutto a Parigi avviene nel 2003, registrando un incredibile consenso da pubblico e critica, tant’è che Revillion, storica maison francese di pellicceria, gli affida la direzione artistica, che porta avanti fino al 2006. Realizza anche collezioni di arredi e linee di pellicce personalizzate.
Lo stile subumano, inumano, postumano di Rick Owens
Le creazioni di Rick Owens fondono richiami molto diversi tra loro: il brutalismo, la cultura underground, l’attenzione maniacale ai materiali ed ai dettagli e gli elementi couture. Talvolta propone interessanti tributi allo streetstyle dell’America degli anni ’90, in altri casi al teatro, all’arte primitiva ed altre volte ancora i modelli calcano le passerelle come fossero dei veri e propri totem. Spesso attinge dal dark, dalle linee gotiche ed all’alternanza dei pieni e dei vuoti, che è tipica dell’architettura.
“La ragione per cui non uso molti colori – ha tenuto a precisare Owens in merito al suo iter creativo – è che c’è già tanto colore nel mondo. Non penso ai miei vestiti in una stanza bianca. Li penso indossati in giro per il mondo e c’è già colore là fuori. Paradossalmente si noterebbero di meno. Non ho bisogno delle sfumature, mi concentro sulla forma“. A stupire è soprattutto l’incredibile lavoro di ricerca attuato sui materiali, come la pelle, le lane impalpabili ed il jersey.
La musa, nonché socia e moglie, di Owens ormai da vent’anni è Michéle Lamy, eccentrica “fashion goddess”, che cura con successo gli spazi riservati allo stilista. L’intesa tra i due è davvero forte e sembra funzionare alla perfezione. Attualmente, la fashion house dello stilista produce calzature, linee maschili, femminili e accessori. Nel mondo sono distribuiti circa 10 store monomarca. Secondo le stime di mercato, il giro d’affari che si sviluppa attorno alla figura di Owens sfiora i 140 milioni di dollari.